Tatuaggi: farli o non farli? Un “marchio” che richiede cautela
Tatuaggi: farli o non farli? Un marchio che richiede cautela
Ebbene sì, la prova costume come ogni anno è l’occasione per dare sfoggio anche ai propri tatuaggi.
E questa antichissima tecnica pare non tramontare mai: basti pensare che in Italia circa il 7% degli adolescenti ha almeno un tatuaggio, e il numero tende ad aumentare sempre di più.
Secondo gli psicologi, alla base del fascino di questi disegni impressi nella pelle ci sono la ricerca dell’identità e una volontà di affermazione di sé. Ma pur creando appartenenza e presenza, va detto che i tattoo possono nascondere delle insidie da conoscere per evitare di correre rischi inutili.
CHI PUÒ FARLO – La legge prevede che può sottoporsi a un tatuaggio solo chi ha compiuto la maggiore età. Chi non ha ancora raggiunto il diciottesimo compleanno deve avere l’autorizzazione dei genitori, espressa per iscritto e firmata su una modulistica apposita.
PERCHE’ FARLO – Già 5.000 anni fa “marchiarsi” era l’occasione per esibire il simbolo dell’appartenenza ad una tribù o ad un gruppo. E oggi, più o meno come allora, fare un tatuaggio significa proprio questo: co-esistere, ovvero appartenere a un gruppo. Ecco perché il tatuaggio è sempre così in voga, soprattutto tra i giovanissimi, che si imprimono sul corpo un alleato di bellezza per esprimere fierezza, insicurezza, o semplicemente raccontare qualcosa di sé. E, visto che si tratta di un segno indelebile, il tatuaggio implica anche un’identità o un messaggio che si suppone debba durare per sempre.
QUATTRO COSE DA NON TRASCURARE – Il “segno indelebile” per quanto bello e affascinante può avere delle controindicazioni, come spiega il Prof. Eustachio Nettis, docente universitario di Bari e membro SIAAIC. Ecco i consigli della nostra redazione per non pentirvi della vostra scelta.
1) Il tatuaggio può essere responsabile di ispessimenti della pelle e dare quindi luogo a inestetismi cutanei causati dalla proliferazione del tessuto cicatriziale (cheloide). Per i primi giorni dopo l’esecuzione, detergete e tamponate la pelle delicatamente, per evitare la rimozione delle crosticine e la formazione di cicatrici.
2) Gli inchiostri utilizzati possono causare reazioni allergiche, con conseguenti eruzioni cutanee pruriginose. Affidatevi nel caso ad un dermatologo di fiducia, e idratate comunque la pelle più volte al giorno con una buona crema.
3) I tatuaggi possono provocare infezioni batteriche locali. Affidatevi per il vostro tatuaggio ad uno studio con personale preparato e che rispetti le norme igieniche previste.
4) Dopo esservi sottoposti a un tatuaggio evitate di esporvi al sole almeno per due settimane.
5) Il tatuaggio può interferire con i risultati di alcuni esami diagnostici. Ad esempio, se dovete sottoporvi a una risonanza magnetica, i pigmenti del vostro tattoo possono rendere meno chiare alcune parti dell’immagine e quindi renderla meno leggibile per il medico.
AVETE DECISO DI FARLO? – Non accontentatevi del passaparola: il fatto che un amico o un parente si sia affidato a un tatuatore con buoni risultati non è di per sé una garanzia che vi mette al riparo da una brutta esperienza. Verificate le condizioni di sterilità degli strumenti adoperati, l’igiene del luogo in cui viene effettuato il tatuaggi (deve essere pulito quanto uno studio medico); esigete il rispetto delle norme fondamentali: aghi sterili e colori ipoallergenici. Verificate anche se l’operatore è un tatuatore autorizzato all’esercizio della professione. E attenzione al costo: diffidate dei prezzi troppo bassi. In questo caso, placate il facile entusiasmo e affidatevi ad altre mani. Ed altri aghi.
Fonte: tgcom24